Dalla parte dell'operatore
“la
montagna è la montagna
E
la via è la stessa di sempre;
ciò
che è cambiato è il mio cuore.”
(lo
zen via di trasformazione)
Tesi Shiatsu
per triennio Namikoshi
2016
-.-.-
Il mio incontro con lo shiatsu metodo Namikoshi è stata pura
volontà nel caso, a dimostrare che il caso non esiste!
Castel Fusano, Roma, 2009. Sono al mio primo convegno della
Federazione Italiana Shiatsu, sono al termine del mio triennio di formazione
shiatsu stile Masunaga e in preparazione esami. Di fronte ai più grandi
insegnanti di shiatsu sono come una bambina davanti alla bancarella delle
caramelle. Ho la possibilità di scegliere di assistere a diversi workshop e la
mia attenzione cade sui maestri del Japan Shiatsu College. Osservandoli sento a
pelle la loro compostezza e la disciplina, ed è il primo motivo, proprio per
curiosità, che decido di posizionarmi in prima fila e osservare e praticare
composta e rispettosa la loro esposizione.
Disciplina, rispetto e pratica, al di là della tecnica
stessa, sono le prime cose che mi hanno attirata. Non che studiano Masunaga non
avessi incontrato queste qualità, ma stare in quella stanza in quel momento,
con i maestri giapponesi è stato come stare in un “contenitore” dove tutto era
nuovo ma anche sicuro. Poco centravano loro con il mio futuro esame, e nemmeno
con la mia personalità e voglia di creatività.
Mentre Masunaga era stupore e meraviglia ad ogni lezione,
per reimparare quello che è la magia della vita stessa, in quel contenitore
tutto era da riosservare nei minimi dettagli, e da ripetere e riosservare, così
come ripeti e osservi le linee e i punti di pressione, in silenzio senza troppe
domande, così è!
Tornare alla base della pressione, con nuova umiltà,
ripetere tutto daccapo con meno “magia” e più razionalità …quasi più certezza …
fiduciosa del risultato e senza fretta di sapere quale … come la consegna di un
Koan.
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LO
SHIATSU
Lo Shiatsu è una terapia manuale che ha origine dalla
cultura orientale. Shiatsu significa
“pressione con le dita”. Lo Shiatsu è un intervento naturale che porta
armonizzazione a livello energetico fisico ed emotivo. Tramite la pressione si da un input
all’organismo per stimolare il suo potere di auto-guarigione. Deriva dall’uso
istintivo delle mani per curare: inconsciamente, quando siamo afflitti da un
dolore o rigidità in una parte del corpo tendiamo a premere o sfregare la parte
interessata, come per dare sollievo.
Quindi la base di tutto è il con-tatto con il corpo, un
tocco naturale. La pressione del metodo Namikoshi non solo da un input
all’organismo ma favorisce anche l’eliminazione delle sostanze responsabili
delle sindromi da affaticamento, grazie al suo effetto “tsunami” che avviene ad
ogni pressione: ogni volta che si va in pressione si crea una piccola ischemia
in quel punto, in quello tzubo. Ogni volta che si rilascia la pressione arriva
un’ondata di sangue e liquidi ossigenati in quel determinato tsubo. Tutto
questo ad ogni pressione in ogni tsubo. Questo crea un rinnovamento continuo in
tutto il corpo.
“Tutto
è in tutto” (ThicNhatHanh)
In ogni tsubo c’è il “Tutto”
Il Ministero del Giappone definisce lo Shiatsu come
“Trattamento che, applicando delle pressioni con i pollici e le palme della
mano, sopra determinati punti, corregge irregolarità, mantiene e migliora lo
stato di salute, contribuisce a prevenire e ad alleviare alcune malattie
(dolori, disturbi, stress, nervosismo etc.) attivando così la capacità di auto
guarigione del corpo umano.”
“tutti quei semi-invalidi, ansiosi e
nervosi, che affollano gli ambulatori dei medici, sitroverebbero assai meglio
se aprissero gli occhi ai miracoli che l’organismo può compiere da solo; e lo
shiatsu serve appunto a fare aprire gli occhi.”
TokijiroNamikoshi
Lo studio dello Shiatsu, fin dai primi anni con Masunaga mi
ha dato molto sia a livello di pratica, di lavoro ma anche di conoscenza di me
stessa, delle mie emozioni. È stato prima di tutto un percorso di crescita
personale. Per questo, quando mi viene chiesto “cosa è lo shiatsu?” io rispondo
che è un cammino, un percorso, sia per l’operatore che per il suo ricevente. Lo
Shiatsu lo incontri per caso, per esigenza e poi strada facendo impari ad
ascoltarti e ritrovarti. Ritrovi la tua vera essenza. Nel sentire ritorni alle
origini e comprendi l’importanza di fare Shiatsu per il piacere di stare bene e
in equilibrio con te stesso e non solo per necessità di cura.
Dovendo esporre un po' quello che è il metodo Namikoshi,
invece di parlare dei benefici dello shiatsu namikoshi per il ricevente, vorrei
raccontare ciò che è lo shiatsu per l’operatore, vorrei provare a esternare ciò
che ho vissuto io come operatore, imparando e praticando il metodo Namikoshi in
questi anni.
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Svolgerò la mia tesi cercando di sviluppare questi concetti:
·
NAMIKOSHI: la base, la partenza, le fondamenta.
·
MASUNAGA: la creatività, oltre lo shiatsu.
·
Differenze o similitudini?
·
Cosa succede all’operatore:
o
-iniziare e portare a termine un progetto
o
-la ripetizione delle pressioni e la
perseveranza.
o
-la meditazione (lo zen)
o
-il trattamento dell’hara prima o dopo?
o
-due metodi nello stesso trattamento
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METODO NAMIKOSHI, LA BASE
Avendo studiato entrambe i
metodi, è mio parere personale che il metodo Namikoshi sia la base dello
Shiatsu per diversi motivi:
-
Per l’educazione alla
pressione
-
Per l’educazione alla
perpendicolarità e focalizzazione data l’uso totale del proprio corpo
-
Per la comprensione
della disciplina
-
Per l’importanza di
una struttura ben definita e molto concreta.
-
Per la praticità ed
efficacia.
STILE MASUNAGA
TOKUJIRO
NAMIKOSHI
TokujiroNamikoshi è l’ideatore della
ShiatsuterapiaNamikoshi.
Tokujiro scopre l’importanza del tocco e, soprattutto, delle
pressioni accudendo la madre malata di reumatismi. Si dedica così allo studio
di diverse tecniche di massaggio tra cui l’anma ma porta avanti la sua ricerca
sull’efficacia della pressione per poi sviluppare un suo metodo terapeutico ben definito e completo,
quello che oggi è lo Shiatsu Namikoshi.
"Il
cuore dello Shiatsu è come il puro affetto materno; la pressione delle mani fa
scorrere le sorgenti della vita"TokujiroNamikoshi
E’ un metodo che nasce alla fine
del diciannovesimo secolo, il primo istituto viene fondato da Tokujiro nel 1925
a Hokkaido e nel 1940 fonda il Japan Shiatsu College di Tokyo, che nel 1957
viene autorizzato dal ministero della sanità a praticare terapie e svolgere
corsi, riconoscendola anche come terapia a se stante, indipendente dall’ anma e
altre forme di massaggio.
METODO NAMIKOSHI,
CARATTERISTICHE
·
-katà base, (dal
quale si possono poi sviluppare trattamenti specifici). E’ un trattamento
completo, su tutto il corpo.
·
-Uso dei pollici e
delle dita come sostegno.
·
-Pollici sovrapposti.
·
-appoggio sui mignoli
durante la pressione, per alleggerire la tensione di braccia, spalle e collo,
dell’operatore.
·
-auto-trattamento
·
-ogni pressione, in
genere ha una durata di tre secondi, alcuni punti cinque secondi.
·
-Nel Katà base, ogni
linea si ripete tre volte.
·
-Pressione
perpendicolare.
POSIZIONI DELL’OPERATORE
-
Posizione base,
arciere: i punti d’appoggio sono tre, il ginocchio, il piede e il pollice con
il quale si effettua la pressione (sostenuto dalle altre quattro dita)
-
Posizione seiza.
-
Posizione in
ginocchio.
SHITZUTO MASUNAGA
ShizutoMasunaga era docente di psicologia
all’università di Tokyo. Studiò Shiatsu al Japan Shiatsu College, scuola di
Namikoshi, dove rimase per dieci anni anche come insegnante. Nutriva un
profondo interesse per la medicina tradizionale cinese.Questo lo spinse ad
approfondire le sue ricerche e a unire le sue passioni allo shiatsu elaborando
così un metodo di lavoro che univa la psicologia, la pratica ortodossa dello
Shiatsu e la ricerca storica delle origini, e dell’ MTC. Unendo tutto alla
moderna interpretazione occidentale della fisiologia.
“Cercando di interpretare
correttamente il pensiero cinese, ho cercato, attraverso lo Shiatsu e partendo
dalla mia personale ricerca della verità, di stabilire una teoria dei meridiani
che sia in totale accordo con la prospettiva d’insieme della medicina
orientale”. ShizutoMasunaga
Masunaga ha introdotto importanti novità e ha
creato lo stile “Zen Shiatsu”, sottolineando il carattere meditativo ed
energetico del suo metodo.
LO STILE MASUNAGA, CARATTERISTICHE
·
La medicina tradizionale cinese.
·
Estensione dei meridiani tradizionali, frutto di
approfonditi studi e di una lunga pratica
·
Lo Zen
·
la focalizzazione dell’energia: portando l’energia
sulla zona interessata l’energia si attiva. L’immagine crea il movimento, il
movimento crea l’energia
·
la dualità mano madre e madre figlia che stimolano
rispettivamente le funzioni protopatiche (sentire) ed epicritiche (capacità di
selezionare, cioè stimolando una parte tutto il corpo risponde)
·
la centralità di Hara: i Meridiani partono tutti da
Hara che è il centro dell’energia e la distribuisce in tutto il corpo; Zone di
valutazione in Hara e schiena.
·
una nuova visione di Kyo e Jitsu che vengono
considerati complementari (in MTC erano trattati autonomamente);
·
caratteristiche della pressione (costante,
progressiva, sostenuta, focalizzata e perpendicolare);
·
ciclo dell’ameba e movimento del Ki, esercizi makko-ho
POSIZIONE DELL’OPERATORE
-
Seiza
-
Arcere
-
Carponi
-
hara sempre in direzione del punto di pressione
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NAMIKOSHI
|
MASUNAGA
|
Pollici sovrapposti
|
Pollice, palmo, gomiti, ginocchia
|
Dita come sostegno (due mani madre)
|
Mano madre / mano foglia
|
Studio approfondito sull’anatomia umana
|
Studio MTC, estensione meridiani tradizionali
|
Terapia anatomica
|
Terapia energetica
|
Hara come termine trattamento
|
Hara e
schiena come valutazione e inizio trattamento
|
Tsubo
|
Meridiani e kyo e jitsu. Stiramenti e rotazioni
|
Autotrattamento
|
Makko-Ho
|
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EFFETTI DELLO SHIATSU SUL RICEVENTE
Lo Shiatsu stimola le funzioni
fisiologiche dell’organismo:
-
azione preventiva
-
Equilibrio
psico-fisico
-
rivitalizzazione
della pelle
-
normalizzazioni delle
funzioni dell’apparato digerente
-
regolazione del
sistema nervoso
-
rilassamento della
struttura muscolare e tendinea
-
controllo del sistema
endocrino
-
stimolazione della
circolazione sanguigna e linfatica
-
un valido aiuto in
gravidanza
-
indicato anche ai
bambini
-
utile per gli anziani
-
migliora la qualità
della quotidianità in caso di disabilità
gravi, migliorando anche il rapporto madre e figlio
-
favorisce la
percezione, l’accettazione e l’ascolto di sé
-
crea una risonanza
affettiva grazie al contatto (amore per se stessi)
Una
seduta shiatsu è un’esperienza unica e coinvolge innumerevoli aspetti corporei:
fisico, emozionale, energetico e spirituale. Ricevere lo shiatzu regolarmente
aiuta a rendersi conto dei cambiamenti, a fermarsi ed ascoltarsi e a cercare di
evitare irregolarità e disequilibri.
Non
ha particolari controindicazioni, se non alcune eccezioni come in casi di stati
febbrili. E’ consigliabile mantenere una breve pausa dopo il trattamento, prima
di affrontare i soliti impegni della giornata.
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LA PRATICA MASUNAGA
Ascolto e sensibilità
Nella scuola dove ho iniziato a
studiare, l’ITADO di Torino, fin dalla prima lezione ho incontrato e praticato
la meditazione zen, che mi ha accompagnata per tutti i quattro anni. All’inizio
è stata dura ma poi ne ho compreso l’importanza e l’efficacia. Tanto da
scegliere da sola di frequentare un dojo alla fine degli studi.
Subito non capivo cosa avesse a
che fare lo zen con lo shiatsu ma l’ho praticato comunque.Lo zen è stato
fondamentale per la comprensione dell’ascolto e della sensibilità durante la
pressione e durante il trattamento.
E questo aspetto in realtà l’ho
ritrovato nella pratica del Kata base di Namikoshi: ripetere il kata allo
sfinimento anche quando credi di averlo imparato perfettamente, ripetere la
base ogni volta che frequenti un nuovo aggiornamento, ti rivela ogni volta di
più l’importanza della sensibilità e precisione che sviluppi nella pressione e
nella posizione del ricevente e dell’operatore.
LO ZEN
Lo zen si sposa perfettamente allo shiatsu perché
nello zen impari a sederti, a respirare, a focalizzare, a lasciare andare, ad
aspettare, a distinguere i falsi bisogni da quelli veri. Durante le lezioni di
Shiatsu di Masunaga si dedica molta parte della lezione alla pratica su di sé. Zen
e shiatsu sono compatibili per questo, perché anche nello shiatsu impari tutto
daccapo come se non lo avessi mai fatto prima: impari a respirare, a stare
seduto, a concentrarti ad ascoltare, che è diverso da sentire… L’atto
dell’ascolto è stare a sentire attentamente con interesse e presenza. È una
comunicazione non verbale tra operatore e ricevente. Ma non solo: è
comunicazione non verbale tra il ricevente e sé stesso e tra l’operatore e sé stesso.Attraverso
il tatto e la pressione, avviene uno scambio di messaggi corporei, sensazioni
ed emozioni ed è per questo che lo shiatsu diventa un cammino sia per
l’operatore che per il ricevente. Non è strana questa unione, d’ altra parte
molti aspetti della vita culturale giapponese sonostati influenzati dallo zen:
dall’architettura alla cucina, dalla cerimonia del tè alla calligrafia, ecc. La
definizione di zen di per sé, è che con la pratica della meditazione, si
propone il raggiungimento dell’illuminazione attraverso la scoperta del proprio
Sé.Con la pratica costante dello Shiatsu si raggiunge sicuramente una nuova conoscenza
di sé, sia fisica chementale, ad ogni trattamento. Nello Shiatsu come nello zen
si è portati ad essere nel “Momento presente”.
“Lo zen non è
eccitazione, ma concentrazione sulla nostra normale routine quotidiana.”(Shunryu
Suzuki, Mente zen, mente di principiante)
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La creatività
«La
creatività è mettere in connessione le cose...»
|
(Steve Jobs)
Lavorare con Kyo e jitsu è creatività.
Partendo dalla valutazione dell’hara, alla ricerca del meridianokyo e delmeridiano
jitsu si crea il trattamento sempre unico e specifico, cercando a sua volta
il kyo e il jitsu nello stesso meridiano trattato.
I concetti di Kyo e jitsu sono molto simili a quelli di yin e yang. Il
kyo denota la condizione di esaurimento dell’energia, il vuoto, ciò che è
nascosto. Il jitsu denota la condizione di eccesso, il pieno, ciò che si
esterna. Il jitsu si lavora in sedazione e il kyo in tonificazione.
Lo zen shiatsu ricerca l’equilibrio psico-fisico della persona cercando
l’equilibrio di kyo e jitsumettendo in connessionekyo e jistu, comunicando
con mano madre e mano figlia.
Masunaga definisce questo momento come “l’eco della vita”.
|
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LA PRATICA NAMIKOSHI E L’OPERATORE
INIZIARE E PORTARE A TERMINE UN
PROGETTO
Il percorso di trattamento segue
il percorso del sistema nervoso centrale partendo dall’alto.
Il Kata base Namikoshi inizia
sempre sul fianco, dal lato sinistro (salvo eccezioni) e termina con il
trattamento in Hara, dopo aver trattato tutto il corpo. Il kata base ha una sua
struttura ben definita, come un progetto chiaro, che ha il suo punto di
partenza, il suo percorso stabilito da rispettare e il suo punto di arrivo.
Studiare e praticare questa
struttura fa un lavoro mentale sul terapista non indifferente. Lo educa a
iniziare e portare a termine un progetto. Sempre! Lo educa a rispettare il
percorso. Lo educa alla precisione, dovendo sistemare il ricevente in modo
preciso, dalla posizione della testa, del busto e degli arti. La posizione
precisa dell’operatore, che può sembrare una penitenza e una fatica, ma ha il
suo significato per la perpendicolarità della pressione, per la stabilità e
serenità dell’operatore.
È un metodo molto concreto. Porta
all’attenzione e all’ascolto utilizzando il trattamento in sé.
Dapprima sfruttando la
memorizzazione delle posizioni, poi la memorizzazione delle linee di pressione,
poi dell’uso dei pollici e la posizione delle mani e delle quattro dita
rispetto ai pollici e dei mignoli rispetto alla pressione.
Ha poco da invidiare alla
meditazione, perché con queste caratteristiche sviluppa la concentrazione.
Meditare significa sviluppare con
semplicità la coscienza della natura fondamentale della mente. In realtà la
mente possiede una capacità naturale di meditare, è una saggezza originaria che
con il tempo viene intaccata dai condizionamenti, dall’educazione, dagli
avvenimenti esterni che tutti insieme oscurano questa capacità.
Meditare quindi significa
allontanarsi dalle abitudini mentali per ritrovare l’ascolto di sé. Ritrovare
quella saggezza nascosta, che andiamo a stimolare inconsciamente quando
cerchiamo di ricordarci qualcosa di antico o qualcosa per cui dobbiamo fare uno
sforzo per ricordarlo, o per sviluppare qualcosa di creativo. Ebbene, in quel
momento andiamo a stuzzicare la mente profonda e in un istante meditiamo
spontaneamente, non è solo una questione di ragionamento o concentrazione ma è
quel qualcosa in più che necessita uno stato di quiete e di chiarezza, come se
stessimo pulendo quell’angolino della mente per poter fare luce e spazio. Man
mano che la si pratica costantemente la mente diventa più chiara e stabile
anche al di fuori della meditazione.
Durante
l’esecuzione del kata, nella concentrazione, si spezzano i meccanismi della
routine e delle abitudini. È come se entrassimo in meditazione spontaneamente,
lasciando fuori ogni altro
pensiero, pulendo la mente e restando nel momento presente, nella pressione,
nel ritmo e nella sequenza.
Ricordo di aver notato
immediatamente la differenza tra le lezioni di pratica dello stile Masunaga da
quelle di pratica di Namikoshi. In un’aula di Masunagaogni coppia di operatore
e ricevente è disposta in maniera diversa a seconda della necessità di lavoro
che si deve svolgere. In un’aula di Namikoshi tutti gli operatori e tutti i
riceventi sono nella stessa posizione nello stesso momento. Assistere a una
pratica guidata del kata base di Namikoshiè quasi come assistere a una lezione
di danza classica con le ballerine alla sbarra degli esercizi.
In quel momento non c’è
null’altro che il kata base nella testa dell’operatore. La concentrazione nel kata,
nel silenzio, nella pace di quell’esecuzione sequenziale, non solo libera la
mente dal resto ma la resetta anche. Questo con la pratica costante porta a
fare pulizia di ciò che non conta veramente ed è superfluo e a vedere e sentire
profondamente quali sono i veri bisogni e a concretizzarli così come si
concretizza il trattamento, stimolando la fiducia in sé di essere in grado di
arrivare fino in fondo, sul futon e nella vita.
Al cuore della pratica zen c’è la
volontà di fare qualunque cosa al cento per cento e con infinita precisione.
Osserviamo così che ogni nostra più piccola azione è il riflesso di ciò che
siamo e influisce su tutta la nostra vita.
Allo stesso modo il kata base ci
spinge a eseguire il trattamento dando il massimo di noi stessi e con tutta la
precisione possibile. Ogni singola pressione è il frutto di come noi portiamo
la pressione, della posizione del nostro corpo, dei nostri pollici, della
posizione delle quattro dita ed influisce sull’efficacia del trattamento, ma
anche su di noi, mentalmente e fisicamente.
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LA RIPETIZIONE DEL PERCORSO DELLE
PRESSIONI
“Il punto di
ingresso nella via è esattamente dove siete ora”.
Detto Zen
La pratica dello zen è fatta di
modelli ripetitivi: togliersi le scarpe, sedersi sul cuscino, entrare nel dojo
sempre con il piede sinistro e uscire sempre con il destro, non fare nulla.
Ripetendo ogni volta la stessa sequenza di azioni lasciando i propri abiti, ci si
spoglia di ciò che non si è. Iniziando davvero a stare seduti diventiamo calmi
e concentrati e, per la prima volta, possiamo incontrarci ed apprezzarci. Se
prima non incontriamo noi stessi è impossibile incontrare realmente l’altro.
Il kata base di Namikoshi è fatto di sequenze
ripetitive.
·
Il trattamento inizia
sempre dal lato sinistro del ricevente, il ricevente è steso sul fianco destro
con la gamba destra ben estesa e la schiena ben allineata, le spalle sono
parallele al bacino. Il braccio sinistro è appoggiato al bacino e la gamba
sinistra è piegata e appoggiata a terra, per dare sostegno alla struttura.
·
Ogni linea, regione o
punto da premere si ripeterà tre volte.
·
Pressione dinamica:
entrata graduale, uscita graduale
·
Ritmo: crea un ritmo
a forma di onda e ha un effetto molto rilassante e rassicurante. Il ritmo
rassicura il sistema nervoso autonomo, quello che si occupa delle nostre
funzioni vitali spontaneamente, senza un nostro comando. Il ritmo fa anche bene
al cuore.
·
Pollici sovrapposti
che si invertono secondo la regione da trattare